Si può raccontare in sardo lo stupro di guerra delle donne ucraine? Si può parlare di Hamas e Israele come metafora di tutti i conflitti insensati e folli? E si può leggere con disincanto la nostra vicenda politica e culturale recente dando un senso anche ai fallimenti? Un’opera unitaria di racconti che esplora su varie dimensioni, il tema del conflitto e dove la lingua sarda diventa strumento di identità e di liberazione in un’espressione nativa straordinaria, e la narrazione, pur dipingendo un mondo realistico e crudo, lascia intravedere uno spiraglio di speranza.