La sperta e la babba

Quante isole convivono stridenti e violente, irriducibili e inesorabili in Sicilia? Quante contraddizioni, estremi antitetici, aritmie e asincronie rendono questa terra un incomprensibile ibrido, miscuglio di etnie, usi, passioni e linguaggi differenti? Proprio il linguaggio è l’elemento in grado di scardinare il meccanismo di luoghi comuni e banalità che spesso inondano la letteratura sull’isola. E questo è il primo merito del libro di Giovanna di Marco La sperta e la babba, pubblicato per per i tipi di Caffèorchidea, casa editrice che si contraddistingue per una visione etica, attiva e militante della letteratura.
La sperta e la babba
di Giovanna Di Marco (Autore), Caffèorchidea, 2023
Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola e sarà vero, gli atlanti sono libri d’onore. Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto di isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi, mentre qui tutto è dispari, mischiato, cangiante, come nel più ibrido dei continenti.
Inizia così un noto libro di Gesualdo Bufalino, “Cento Sicilie”. E continuando, fra le tante contraddizioni, osserva:
Vi è una Sicilia “babba”, cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode.
Questo libro, ibrido fin nella struttura, con due storie e due lingue, due ritmi e due donne, indaga due di Cento Sicilie e facendolo, nell’incanto del racconto, ci mostra le infinite stratificazioni di una terra e del suo popolo. Ci mostra le cento irraggiungibili Sicilie e molte altre ancora.



