“Osea, la prostituta e la Chiesa morente” è il sottotitolo del libro che ci rimanda alle pagine del profeta biblico, che incarna l’immagine dell’Israele che si è allontanato da Dio e dunque, dice Dino Pirri, di una Chiesa che rischia di morire proprio perché il suo respiro si è fatto distante dal richiamo del Vangelo. La speranza, per l’Israele di Osea e per la Chiesa di oggi, però non viene meno: se ci convertiremo, potremo nuovamente essere chiamati da Lui: “Mio popolo”. La domanda è: lo vogliamo davvero?